Chiussuma, vini estremi.

Chiussuma, vini estremi.

La nostra visita a Chiussuma comincia nel parcheggio dell’autostrada del casello di Quincinetto. Siamo all’estremità nord del Piemonte, dove le montagne cominciano a farsi imponenti e la vallata sempre più stretta; la Val d’Aosta e le
sue vette sono lì a pochi chilometri di distanza.

Qui ci incontriamo con Rudy, uno dei tre soci di Chiussuma, una piccolissima realtà che ad oggi produce circa 1000/1500 bottiglie di Carema doc (annata permettendo).

Ci carica in macchina alla volta delle vigne, circa dieci minuti di viaggio nei quali comincia a raccontarci dell’avventura di fare vino in una zona così difficile, di fare vino a Carema a tempo perso, come secondo lavoro.

Carema è una di quelle doc minuscole, che caratterizzano la storia del vino in Italia; una di quelle aree in cui nel dopoguerra le pareti delle montagne erano ricche di vigne e che poi a causa di spopolamento, industrializzazione e abbandono del lavoro agricolo sono arrivate a metà anni 90 a rischiare di scomparire definitivamente. Ad oggi Carema è una doc di circa 20ha complessivi, una manciata di produttori (visionari) per lo più forestieri che hanno pian piano recuperato piccoli fazzoletti di vigna strappandoli letteralmente al bosco.

Saliamo in macchina fino ad arrivare in mezzo alle vigne di uno dei due appezzamenti di proprietà Chiussuma, quello di Carema attualmente in produzione. Ci troviamo in mezzo a vigne vecchie, a pergola, che in questi piccoli terrazzamenti un tempo erano preferibili in quanto permettevano di sfruttare il terreno al massimo, coltivando ortaggi sotto la vite.
L’altro appezzamento di proprietà, ad Airale, è costituito da vigne nuove a pergola e spalliera e attualmente non è ancora in produzione.
Girando per le vigne e parlando con Rudy non si può non rimanere affascinati dal contesto; traspare l’orgoglio ma anche la fatica di un duro lavoro che, anche se a caro prezzo, anno dopo anno da piano piano piccoli risultati.

Dopo un assaggio del pochissimo vino che materialmente possiedono ripartiamo, con la promessa che, all’uscita della nuova annata, saremo fra i pochissimi in Italia a ricevere qualche bottiglia del loro Carema doc.
Finalmente ci siamo!

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