Marco Tonini abbiamo iniziato ad amarlo subito, bevendo i suoi vini.
Nella moda di ritorno delle bollicine targate Trento troviamo poche realtà che ci convincono fino in fondo; grandi produttori con vaste produzioni, bolle quasi sempre buone e corrette ma molto convenzionali nel gusto e nel concepimento.
Quando invece abbiamo scoperto i prodotti di Marco abbiamo trovato finalmente qualcosa di emozionante: prodotti veri, che rispecchiano il territorio e le annate. Bollicine profonde, eleganti e non dosate, che non ci stancano mai.
Marco Tonini poi abbiamo continuato ad amarlo quando abbiamo avuta la possibilità di conoscerlo; persona gentile, genuina, divertente. Abbiamo potuto constatare che i suoi vini sono veramente la sua espressione, la realizzazione del suo lavoro, di ciò che fa ed è.
Siamo andati a trovarlo un pomeriggio di febbraio, di quelli più primaverili che invernali, sole e un bel vento di foehn che portava il termometro a 10 gradi abbondanti. Ci ha accolto assieme alla moglie Paola e ci ha prontamente caricati sulla sua panda 4x4 con cui ci ha letteralmente guidato in mezzo alle sue vigne che, suddivise in vari appezzamenti, guardano la vallata dell’Adige dai 300 agli 800 mt di altitudine.
Parlando con Marco ci ha raccontato come la sua famiglia abbia le vigne da decenni, e di come lui sia nato e cresciuto coltivando la vite. Abbiamo parlato degli inverni che non ci sono più, quelli con i piedi nella neve da novembre a marzo e ci ha raccontato dei suoi trascorsi a lavorare per la Cantina di Isera, una di quelle cooperative che sanno valorizzare il territorio e funzionare al meglio.
Mostrandoci le vigne di chardonnay, marzemino e pinot bianco ci ha raccontato come ad inizio anni duemila da conferitore qual era (in piccola parte lo è tutt’ora) abbia preso la decisione di cominciare a vinificare qualche ettaro producendo il suo vino. Da lì, assieme al figlio, piano piano è arrivato alle 15mila bottiglie prodotte; il tutto gradualmente, stando ben attento a non perdere mai la bussola della qualità .
Dopo averci mostrato il vigneto da cui produce la sua riserva, Le Grile, ci ha portato a visitare il suo bambino, un vigneto di Pinot Nero che ha impiantato in un piccolo appezzamento a 800 mt di altitudine. Nel mostrarcelo abbiamo visto la soddisfazione e l’orgoglio, non vediamo l’ora di vedere le bottiglie che ne verranno fuori negli anni a venire!
Di ritorno dal Panda tour ci ha accolto nella sua sala degustazione dove abbiamo scoperto il mondo Marco Tonini; un produttore ma soprattutto un grande amante del vino e del buon bere. Assaggiando i suoi prodotti ci ha mostrato bottiglie di altri produttori; abbiamo parlato di Champagne, Franciacorta, del Pinot Bianco e dell’importanza di Claudio Faccoli a riguardo (ma questa è un’altra storia!).
Prima il Nature 2018, sempre una certezza, da beva continua e compulsiva, goloso, asciutto e profondo. Poi, in anteprima, Le Grile 2016; un bambino ma futuro da fuoriclasse, l’eleganza nel bicchiere. Finite le due bottiglie (si perché non si stava degustando ma bevendo fra amici) abbiamo poi scoperto gli altri prodotti di Marco Tonini, quelli che produce ma tiene per se e per i suoi amici, esperimenti e chicche che non mette in commercio ma custodisce e condivide in occasioni speciali con amici e clienti.
Un rosè frutto dei primi grappoli di pinot nero, un pinot bianco in purezza (da urlo), il pinot nero in bianco che sarà .. ovviamente tutto sboccato sul momento à la volée!
Alle 18.30 una provvidenziale chiamata del sindaco di Isera ci riporta alla realtà ; Marco aveva dimenticato un appuntamento in Comune e noi, assieme a lui, avevamo dimenticato che dovevamo fermarci solo un’oretta per ritirare del vino e far due chiacchiere.
Giusto due minuti per i saluti e per concordare la serata giù da noi nella bassa e via.
Una certezza, torneremo!